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La falsa partenza della Fiat 500

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Dopo cinque mesi dal lancio, nel Novembre 1957, la versione originale, è affiancata con finestrini laterali regolabili.

Sessantacinque anni fa (era il 1957) la più piccola utilitaria della Fiat, la Nuova 500 – chiamata così per distinguerla dalla 500 soprannominata “Topolino” che andava a sostituire – viene presentata nei Giardini del Viminale il 1 Luglio al Presidente del Consiglio, Adone Zoli. Proposta a 490.000 Lire, nei piani della Fiat doveva porsi un gradino al di sotto della 600, presentata due anni prima e destinata a diventare un fenomeno nella motorizzazione di massa dell’Italia.

Decisamente spartana nell’allestimento, con finestrini laterali anteriori fissi e soltanto i deflettori apribili (ma quello lato guida in posizione aperta andava a toccare la mano del guidatore sul volante) e con capote ripiegatile fino al vano motore posteriore, la 500 non incontra però molto gradimento da parte della clientela, che critica anche l’omologazione per due soli posti contro i quattro della sorella maggiore 600.

Fiat decide di correre ai ripari e subito dopo l’estate sceglie di migliorare l’allestimento della 500 montando i finestrini laterali anteriori discendenti. Ma non basta ancora. Altri due mesi e a Novembre, in occasione del Salone di Torino (che all’epoca si svolgeva al Valentino) la gamma della 500 si sdoppia: la base diventa Economica. Il suo prezzo scende a 465.000 Lire e Fiat decide di inviare, caso forse unico nella storia dell’auto, un assegno di 25.000 Lire a tutti gli acquirenti della prima serie. A lei si affianca la Normale venduta a 490.000 Lire e con una dotazione più ricca: fari anteriori con cornici in alluminio, alette parasole, profili in alluminio sul cofano anteriore e modanature sulle fiancate, coppe in alluminio lucidato come copricerchi, finestrini anteriori discendenti, deflettori con il fermo d’apertura, sedile posteriore imbottito, comandi delle frecce e delle luci a levetta sul piantone dello sterzo. Compare la scritta identificativa “Nuova 500” sul cofano motore. E finalmente è omologata per quattro posti in entrambe le versioni.

Con questa vettura inizia finalmente il boom della 500 che culminerà negli Anni ‘60 con le versioni D e F alle quali seguiranno la Lusso nel 1968 e la R nel 1972, che sarà prodotta fino al 1975. Il “Cinquino” finalmente piace, le vendite salgono con rapidità e diviene un fenomeno sociale al pari della sorella maggiore 600 e forse anche più di lei.

La “Cinquecento” (logo in lettere) con forme più squadrate, motore anteriore e portellone posteriore sarà poi prodotta negli anni che vanno dal 1991 al 1998, mentre dal 2007 sarà la volta del debutto di quella 500 che è ancor oggi in produzione: nelle forme ricorda l’antesignana del 1957 e da pochi mesi è disponibile anche in versione ibrida ed elettrica. La storia della 500, dopo quell’avvio incerto di 65 anni fa, sembra davvero non avere mai fine…

 

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